Metodo di studio: come ottimizzare il tempo

Cruccio di molti studenti, anche maturi, è la costante e per molti versi sfiancante ricerca del metodo di studio perfetto. Ti sveliamo un segreto: il metodo di studio perfetto non esiste. Deluso? Non devi: parlare di un metodo di studio, valido e performante in assoluto, secondo noi non è una buona idea. Ha, invece, molto più senso pensare al metodo di studio adatto alle tue esigenze specifiche e strettamente connesso con i tuoi bisogni. Non credi?

Tuttavia, organizzarsi e capire quale metodo funzioni meglio di altri non è impresa semplice: serve pazienza, disciplina e tanto esercizio. Non a caso solo una volta iscritti all’Università si è certi di possedere un metodo di studio che funzioni. Noi possiamo dirti cosa, in linea di massima, puoi fare per capire in che direzione andare per organizzarti meglio e produrre un po’ di più. Naturalmente risparmiando il tempo che, si sa, è sempre prezioso.

Studiare meglio: il metodo di studio universitario più comune

Partiamo dalle basi e capiamo in cosa consista il metodo di studio universitario più comune. Noto a tutti, ma non per tutti valido, è il “metodo dei riassunti”. Esso consiste, per sommi capi, nella schematizzazione, post lettura, di tutti i libri di testo, delle dispense e delle slide che il professore suggerisce. Questo metodo è da sempre oggetto di grandi discussioni perché ha visto generazioni di studenti schierarsi in favore o meno.

Di fatto va detto che riassumere il materiale didattico può avere per te grandi vantaggi, in termini di produttività e di ottimizzazione del tempo, come:

  • La memorizzazione facilitata dei concetti: scrivere, si sa, ti aiuta a memorizzare. I concetti chiave restano più facilmente impressi nella memoria e sono, di conseguenza, assimilati per più tempo. Il solo atto di scrivere richiede concentrazione e riflessione e può, nel medio o lungo periodo, farti risparmiare tempo. Infatti molti sono gli studenti che, dopo aver schematizzato libri di testo o dispense, tendono a non ripetere ma solo a rileggere;
  • Lo sviluppo della tua memoria visiva: se intendi schematizzare i testi, fatti furbo. Per risparmiare tempo e trarre giovamento da questa pratica, usa i colori e i simboli. Conosci la tecnica del color code o, l’ormai famosissimo, BuJu? Ecco, perché non provare. Acquista un bullet journal ossia un quaderno con fogli puntinati – e scrivi all’interno i tuoi riassunti, utilizzando colori differenti per concetti diversi. Anche l’utilizzo di frecce, linee, cerchi e riquadri per collegare o isolare i concetti chiave, può risultare utilissimo. In sede di esame, infatti, per te sarà immediato associare lo schema fatto in fase di studio al topic da trattare, a seguito della domanda fatta dal professore.
  • L’aumento della tua proprietà di linguaggio. Gli schemi si riveleranno utilissimi anche se vorrai migliorare la tua proprietà di linguaggio. Leggere e riscrivere è, infatti, un esercizio che ti aiuta a imparare vocaboli nuovi e nuove strutture grammaticali. A questo proposito, ti suggeriamo di ripetere quanto schematizzato e di cercare tutti i vocaboli che non conosci. Non commettere l’errore di sorvolare su questo aspetto perché il significato di una parola, che dai per assodato anche se non lo è, può cambiare completamente il senso del discorso.

E i contro del “metodo degli schemi”, quali sono se ce ne sono?

Questo metodo di studio universitario, come già accennato, incontra numerosi dissensi ma solo per un unico motivo: il tempo. Fare schemi è un’attività che richiede impegno e ore di lavoro rispetto alla sola lettura ma, in un’ottica un po’ più completa e lungimirante, si rivela maggiormente proficua. Ora sta a te capire se le tue esigenze e i tuoi bisogni sono in linea con questo metodo e se esso si può rivelare la chiave giusta per studiare meglio e risparmiare tempo.


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