Come combattere l’apatia e ritrovare la voglia di fare
Vi trovate in un momento “no” e non riuscite a studiare? In questo articolo lo staff dell’Università Niccolò Cusano di Ascoli ha intenzione di fornirvi tutti i migliori consigli per combattere l’apatia, ritrovare la voglia di studiare e portare a termine brillantemente il percorso universitario.
Iniziamo col dire che momenti di stress, stanchezza e ansia sono frequenti e normalissimi all’interno del percorso universitario e devono essere affrontati con la certezza che superarli è possibile! A volte lo stress per gli universitari rappresenta un momento di rilancio: una volta superato si sarà maggiormente in contatto con le proprie potenzialità e si riuscirà a gestire al meglio l’autonomia che il percorso universitario ha regalato – differenziandosi in questo modo dagli anni della scuola superiore.
Ma iniziamo con dare all’apatia un significato, prendendo in prestito la definizione che ne da il dizionario della lingua italiana:
L’apatia è lo stato di indifferenza verso il mondo circostante, caratterizzato da mancanza di sentimenti e di volontà di azione (Dizionario Garzanti)
L’etimologia della parola in questione parla chiaro: il termine apatia deriva dal greco apátheia che significa assenza di passione.
Passione per lo studio, per portare avanti un percorso intraprese, per arrivare a concluderlo così da potersi avvicinare realmente al momento della realizzazione dei propri sogni, per le aspirazioni professionali, per diventare grandi.
La passione è il vero motore della scelta dell’università – quindi di un percorso di studi non obbligatorio – e questo sentimento deve restare immutato nel corso degli anni formativi. Quando questa viene a mancare si cade nell’apatia, appunto: non si svolgono gli esami, si finisce per aver paura del futuro, si rinuncia ai propri sogni.
Niente di più sbagliato!
Per capire, quindi, come combattere l’apatia è importante entrare in contatto con se stessi e recuperare la passione primordiale verso il lavoro dei sogni.
In questo articolo lo staff della Unicusano di Ascoli darà dei consigli per sconfiggere l’apatia, partendo dalle cause della stessa…
Perché si diventa apatici? Ecco le cause e i rimedi
Da cosa è causata l’apatia? E come fare a evitare di caderci (o ri-caderci? Ecco alcune risposte a queste domande…
L’ansia causa apatia: liberatevene
Il cambiamento, le opinioni altrui, il dover essere giudicati da estranei… sono tutte condizioni che possono far aumentare lo stress. Ed è proprio l’ansia dello studente universitario a portarlo ad una condizione di “stop” in cui pensa che è meglio non fare piuttosto che fare rischiando di sbagliare e di deludere gli altri (e se stessi).
Imparare la gestione dell’ansia è primario per uno studente che vuole uscire dallo stato di apatia.
La tensione nervosa causata dall’ansia, infine, può diventare uno strumento per uscire dallo stato di stasi e cercare nuovi stimoli. Insomma: per riscattarsi!
Siate saldi sulle vostre idee
L’apatia, poi, può basarsi su uno stato di incertezza, spesso causata dal giudizio altrui. Non lasciatevi influenzare: solo voi sapete ciò che è giusto e quali sono le vostre reali aspettative per il futuro.
E, inoltre, il percorso universitario è un cammino assolutamente soggettivo dove un anno in più o in meno per conseguire la laurea non è certo la discriminante che cambierà un brillante carriera lavorativa.
Ed è proprio quello che Steve Jobs ha cercato di dire (e far comprendere ai giovani) nel discorso alla Stanford University: Siate affamati, siate folli!
Cambiare? Si può fare
Dicono che non c’è nulla di più costante nel cambiamento e una scelta sbagliata – nella vita – può succedere. Quando questa scelta è il percorso universitario è bene non continuare ad imporsi uno studio a cui non si è interessati e che non da stimoli.
In questi casi, cambiare idea è salutare e si può fare senza problemi iscrivendosi al corso che si ritiene più in linea con le proprie aspettative e con i propri interessi.
Studiare qualcosa che non piace, infatti, è la causa principale dell’aumentare dell’apatia e dell’indolenza. Senza passione – come detto – il cervello non riesce a muoversi né ad immagazzinare concetti basilari per l’apprendimento.
E non è il caso di preoccuparsi che si siano persi anni preziosi: continuare nell’errore avrebbe causato ancora altro tempo sprecato e avrebbe portato lo studente a diventare un laureando infelice – nel caso di conclusione degli studi – un professionista frustrato.