Cosa Fa un Criminologo: una Definizione del Ruolo

In generale possiamo intendere e definire la criminologia come uno studio scientifico del delinquente e del suo comportamento criminale, nonché della criminalità in toto.

Secondo Mannheim la criminologia è una disciplina multifattoriale, intendendo con ciò che la scelta dei fattori statisticamente associati al fatto criminologico dipende dalle conoscenze precedenti che possediamo in merito.

Da qui possiamo distinguere due tipologie di criminologo:

  1. il criminologo teorico;
  2. il criminologo ricercatore.

Il criminologo teorico si occupa di individuare le motivazioni che hanno spinto ad un dato comportamento criminale; il ricercatore, invece, si concentra di più sull’apprendimento e sui processi di socializzazione per spiegare un crimine.

In definitiva gli obiettivi della criminologia sono:

  • individuare, definire e descrivere gli atti e i comportamenti devianti delle società;
  • analizzare e successivamente interpretare la mole di dati rilevati sui crimini;
  • spiegare le cause dei comportamenti devianti.

Cerchiamo di capire cosa fa un criminologo, di cosa si occupa e come lavora per studiare i fenomeni criminali.

Il criminologo

Detto ciò la figura del criminologo coincide, grosso modo, con quella di uno studioso. Ovviamente la particolarità è proprio lo studio del crimine.

Il criminologo studia il crimine nei suoi aspetti naturali, sociali e comportamentali. Cerca di individuare e spiegare gli aspetti connessi a un reato e al comportamento antisociale legato al reato stesso. Il ruolo del criminologo è, dunque, quello di analizzare, interpretare ed organizzare tutte le informazioni su un dato crimine per avere una chiara visione del fenomeno.

Tutto questo per prevenire il crimine, correggerlo e incanalarlo verso un binario di sicurezza sociale e di sicurezza dello stesso criminale.

Le ricerca dei dati

Lo studio di un crimine parte da una fase di analisi e di ricerca. Il criminologo, infatti, deve raccogliere dati, effettuare ricerche empiriche e successivamente interpretare le informazioni trovate per comprendere il fenomeno.

Può cercare dati ex novo oppure servirsi, anche, di dati già rilevati come le statistiche delle forze dell’ordine o delle testimonianze nelle indagini di polizia. Tale aspetto è infatti ben affrontato all’interno del Master in criminologia e sicurezza on line ad Ascoli che Unicusano ha istituito a partire dall’anno accademico 2016 – 2017.

Per rilevare i dati in modo totalmente autonomo, il criminologo può servirsi di strumenti come:

  • il questionario quantitativo;
  • l’intervista qualitativa;
  • lo studio del caso;
  • gli studi predittivi;
  • il metodo storico.

Il questionario quantitativo è un ottimo strumento per rilevare dati in forma quantitativa, è poco costoso e permette l’acquisizione di informazioni in tempi molto brevi. A questo strumento, però, sono connesse problematiche come il rifiuto di risposta da parte dei soggetti intervistati, il probabile fraintendimento delle domande, l’acquiescenza sociale e così via….

Queste problematiche, però, si possono rinvenire anche con altri strumenti d’analisi. Ecco perché nei percorsi su come diventare criminologo investigativo se ne parla molto.

L’intervista qualitativa, invece, richiede più tempo ma è più adatta ad una ricerca qualitativa. Si evita il problema del rifiuto ma non quello del fraintendimento. Sicuramente, però, si ha la possibilità di porre domande più personali.

Lo studio del caso consiste in un’analisi molto approfondita di individui e gruppi. Tale metodo è ben affrontato nel master in criminologia della Niccolò Cusano di Ascoli Piceno.

Con gli studi predittivi, invece, si elaborano tabelle di predizione in base a fattori e variabili che più si riscontrano nei delinquenti. Questo serve a predire, in termini di quantità, il manifestarsi del comportamento criminale in futuro.

Infine il metodo storico (molto diffuso e molto efficace) consiste nell’indagine sui fenomeni criminali del passato. Sostanzialmente si ragiona per consuetudine e la ricerca inizia con la descrizione dei dati storici, le modalità dei crimini commessi e la loro frequenza. Le fonti da utilizzare, in questo specifico caso, sono atti normativi, elenco dei giustiziati, biografie e autobiografie, sentenze e così via.

La ricerca è un aspetto molto importante per l’indagine criminologica perché rappresenta la base di qualsiasi studio. Anche in ottica di prevenzione il perché del verificarsi di un crimine risulta spiegabile anche tramite lo studio di casi analoghi avvenuti precedentemente nonché dalle analisi sullo stesso.

Ecco come il ruolo del criminologo si sostanzia nella figura dello studioso, del ricercatore, dell’analista. Da una corretta comprensione del fenomeno criminale possono partire le attività di sicurezza e di prevenzione.

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