Cos’è la psichiatria forense: definizione e ambiti di interesse
La psichiatria forense è un particolare settore della psichiatria che si concentra sull’assistenza nei confronti di persone affette da disturbi mentali che costituiscono un rischio per la sicurezza pubblica.
La psichiatria forense, quindi, valuta e tratta i criminali detenuti nelle carceri o negli ospedali di sicurezza, ma anche i membri della comunità affetti da disturbi mentali. Per completare poi la definizione di psichiatria forense, poi, aggiungiamo che questa disciplina studia la correlazione tra i disturbi mentali e i comportamenti criminali, collaborando così con le agenzie di giustizia penale.
Chi è lo psichiatra forense?
Lo psichiatra è un medico che si è specializzato nella diagnosi e nel trattamento dei disturbi mentali. Lo psichiatra forense si è specializzato ulteriormente con una formazione supplementare, acquisendo anche competenze in materia di salute mentale e legge.
I psichiatri forensi, quindi, operano a stretto contatto con le forze di polizia, ma anche con i servizi di libertà vigilata, i tribunali e le carceri. Nel dettaglio, la maggior parte degli psichiatri forensi lavora:
- presso i servizi di psichiatria forense delle comunità locali
- nelle unità di media sicurezza
- negli ospedali
- nelle carceri.
Cosa fa lo psichiatra forense?
Il ruolo dello psichiatra forense include le aree di competenza clinica, gestionale e didattica. Questi professionisti molto spesso dirigono équipe caratterizzate da una forte multidisciplinarietà, all’interno di ospedali di media e massima sicurezza. All’interno di queste strutture, lo psichiatra forense si occupa di:
- valutare i rischi
- aiutare i pazienti a comprendere il rischio che rappresentano e a ridurre tale rischio
- aiutare i pazienti a comprendere pienamente la propria malattia mentale
- affrontare tematiche come la gestione della rabbia e dello stress, l’abuso di sostanze e l’impiegabilità dei pazienti
- facilitare la riabilitazione e il reinserimento sociale
- offrire sostegno e supporto a familiari e amici dei pazienti
- collaborare con le agenzie di giustizia penale.
Più nel dettaglio, gli psichiatri forensi lavorano con giudici e magistrati per valutare la capacità di un individuo nell’assistere e prendere parte ad un processo giuridico, nel caso in cui questo soffra di un disturbo mentale che ne possa compromettere le capacità di comprensione e azioni, ma anche per aggiungere eventuali raccomandazioni alla sentenza finale. Tra gli aspetti trattati da questo settore disciplinare ricordiamo:
- la responsabilità professionale dello psichiatra, come ad esempio il rischio di denuncia per sequestro di persona per TSO (trattamento sanitario obbligatorio) non opportunamente e legittimamente prescritto, o quello di denuncia di omissione di soccorso per un ricovero non effettuato, in quanto ritenuto non necessario dallo psichiatria, a cui fanno però seguito azioni auto o etero aggressive;
- le attività connesse alle richieste del giudice o del difensore per una perizia psichiatrica dell’imputato, per valutarne la capacità di comprendere e sostenere l’evento processuale e se, al momento in cui il reato è stato commesso, l’imputato fosse in uno stato patologico tale da ridurre notevolmente la sua capacità di giudizio.
Gli psichiatri forensi, quindi, hanno il compito di valutare una persona, raccogliendo informazioni per la parte per cui stanno lavorando. Il ruolo più comune per uno psichiatra nel corso di un processo è perciò quello del perito, solitamente richiesto da una delle due parti. Più raramente lo psichiatra ha il ruolo di perito indipendente che riferisce direttamente al tribunale: tale valutazioni sono definite consulenze tecniche di ufficio (CTU), mentre quelle su mandato di una delle parti in causa sono definite consulenze tecniche di parte (CTP).
La perizia e la responsabilità penale
Nel corso di un procedimento penale, in caso di dubbi su un’eventuale psicopatologia dell’imputato il giudice può richiedere l’ausilio di un perito psichiatra che esprima la propria valutazione professionale sulle capacità di intendere e di volere dell’imputato stesso.
In tale ambito, la perizia psichiatrica ha una forte attinenza con il concetto di responsabilità penale, che riguarda appunto la capacità di discernimento e di libera autodeterminazione: in parole più semplici, l’autore di un reato non può essere punito se incapace di rispondere dei suoi atti.
L’imputabilità è quindi definita come la capacità di intendere e di volere al momento del fatto, ossia l’attitudine di un soggetto a conoscere la realtà esterna, ciò che si svolge intono a lui e di cogliere il valore sociale positivo o negativo delle sue azioni; l’imputabilità presuppone quindi la capacità psichica di comprendere o discernere le proprie azioni o omissioni, e i motivi della propria condotta.
Psichiatria forense e psicologia forense: quali sono le differenze?
La differenza fondamentale tra psichiatri e psicologi è che i primi sono medici specializzati nei disturbi mentali, mentre i secondi non sono laureati in medicina ma in psicologia. Gli psicologia possiedono delle competenze specifiche su argomenti che solitamente non vengono studiati nel dettaglio nell’ambito della psichiatria, come lo studio dei processi mentali e del comportamento.
Gli psichiatri forensi, poi, sono coinvolti in attività diverse rispetto gli psicologi forensi. Ad esempio:
- Dirigono èquipe di assistenza ai pazienti
- prescrivono farmaci
- rappresentano i pazienti presso i tribunali
- valutano i pazienti per le apparizioni in tribunale
- conducono valutazioni sui rischi su persone che soffrono di disturbi mentali all’interno delle comunità.