Come diventare pubblico ministero: studi e possibilità
Se stai studiando giurisprudenza, avrai iniziato a chiederti quale delle specializzazioni in ambito giudiziario è la migliore per te. C’è che si chiede come diventare investigatore di polizia, chi sogna una carriera nella magistratura, chi si vede avvocato e chi invece vuole scoprire iter e modalità per diventare pubblico ministero.
In questa guida parleremo proprio di come diventare PM, analizzando i requisiti necessari per esercitare questa professione e tutti i passaggi da seguire per ottenere l’abilitazione e intraprendere questa carriera, densa di soddisfazioni: alla base di una società civile infatti c’è il rispetto della legge e il diritto penale, rispetto che viene tutelato e garantito proprio da figure professionali come avvocati, magistrati e PM, oltre che da organi istituzionali.
Approfondiamo quindi la figura del pubblico ministero, le funzioni che svolge e il percorso formativo e di specializzazione da seguire per essere abilitato all’esercizio di questa professione.
Chi è il Pubblico Ministero
Il Pubblico Ministero è un organo designato dallo Stato con l’obiettivo di garantire il rispetto della legge e la tutela dei diritti dello Stato stesso, nonché degli incapaci e delle persone giuridiche, ma anche di valutare le azioni penali di un individuo.
Nel dettaglio, il Pubblico Ministero è un organo statale monocratico che svolge l’esercizio dell’azione penale, attraverso la quale si avvia il processo penale, nel quale il PM diventa la controparte dell’imputato.
Se le parti private agiscono nel proprio interesse, il PM agisce nell’interesse pubblico e lavora all’interno della Corte di Cassazione, nelle Corti di Appello, nei tribunali per minorenni e nei tribunali ordinari.
Le funzioni del Pubblico Ministero
Le funzioni ricoperte dal PM sono elencate all’interno dell’art. 73 del R.D. n. 12 del 30 gennaio del 1941, che recita:
“Il pubblico ministero veglia alla osservanza delle leggi, alla pronta e regolare amministrazione della giustizia, alla tutela dei diritti dello Stato, delle persone giuridiche e degli incapaci, richiedendo, nei casi di urgenza, i provvedimenti cautelari che ritiene necessari; promuove la repressione dei reati e l’applicazione delle misure di sicurezza; fa eseguire i giudicati ed ogni altro provvedimento del giudice, nei casi stabiliti dalla legge.Ha pure azione diretta per fare eseguire ed osservare le leggi d’ordine pubblico e che interessano i diritti dello Stato, e per la tutela dell’ordine corporativo, sempre che tale azione non sia dalla legge ad altri organi attribuita.”
Il compito del Pubblico Ministero perciò è quello di individuare le prove di accusa nei confronti di chi viola la legge, ossia di chi ha commesso un reato: il suo lavoro quindi si concretizza soprattutto nel periodo che precede il processo in tribunale. Una volta raccolte le prove, queste vengono presentate in tribunale con l’obiettivo di avvalorare le tesi dell’accusa nei confronti del soggetto che ha infranto la legge.
Inoltre, il PM si occupa di interrogare accusato e testimoni, oltre che di richiedere l’avvio, l’archiviazione, il prolungamento o la soluzione del caso, con rilascio o incarcerazione dell’accusato.
Dal momento che in Italia vige il principio di obbligatorietà dell’azione penale, il Pubblico Ministero è tenuto ad esercitare la suddetta azione penale ogni qualvolta che si presenti un reato; nonostante tale obbligo, però, nel nostro ordinamento è previsto un certo margine di discrezionalità, che permette al professionista di decidere in autonomia a quali casi dedicare più tempo ed energie.
Nei paesi in cui vige una totale discrezionalità, invece, è il PM a valutare se perseguire o meno il caso, oppure se sostituire l’azione penale con l’imposizione di precisi doveri a carico dell’autore del reato, come l’obbligo di sottoporsi a trattamenti specifici, pagare una certa somma o riparare il danno.
Infine, in merito al grado di coinvolgimento nelle indagini svolte per individuare il colpevole di un reato e raccogliere le prove necessarie alla condanna, il PM ha, secondo l’ordinamento italiano, il potere di direzione nei confronti degli organi di polizia giudiziaria.
Riassumendo quindi le funzioni del pubblico ministero, possiamo affermare che:
- esercita l’azione penale
- conduce le indagini preliminari
- interviene nelle udienze penali di Corti e tribunali
- presenta richiesta al giudice per attuare provvedimenti come misure cautelari e intercettazioni
- esegue i provvedimenti stabiliti dal giudice
- dirige la polizia giudiziaria.
Come si diventa Pubblico Ministero
Per ottenere l’abilitazione necessaria a lavorare come PM bisogna seguire un iter formativo e di specializzazione ben definito: si tratta di un percorso lungo e complesso, che richiede molto impegno, costanza e davvero tanta motivazione.
Per esercitare questa professione bisogna superare un concorso pubblico in magistratura, il cui accesso è vincolato al possesso di determinati requisiti.
Il primo requisito fondamentale è l’aver conseguito una laurea magistrale in Giurisprudenza. Il solo titolo di laurea però non è sufficiente per essere ammessi al concorso: alla laurea è necessario affiancare due anni di tirocinio, da svolgere presso lo studio di un avvocato, un notaio oppure presso la Procura della Repubblica.
Altri requisiti fondamentali sono la cittadinanza italiana e un’età anagrafica inferiore ai 40 anni.
Il concorso per diventare Pubblico Ministero si svolge con cadenza annuale e ogni candidato ha a disposizione tre tentativi: è quindi possibile partecipare al concorso solo per tre volte.
Il concorso prevede prove sia scritte che orali che si concentrano su argomenti come:
- diritto privato
- diritto penale
- diritto amministrativo
- diritto del lavoro
- procedura penale
- procedura civile
- diritto costituzionale
- diritto comunitario
- informatica giuridica.
Dopo il superamento dell’esame, per diventare Pubblico Ministero sono necessari altri due anni di tirocinio retribuito, da svolgersi in corte d’appello nel ruolo di uditore giudiziario. Nel dettaglio, il tirocinio prevede:
- sei mesi di affiancamento ad un giudice civile
- sei mesi di affiancamento ad un giudice penale
- sei mesi di affiancamento ad un pubblico ministero
- sei mesi come giudicante o requirente da svolgere al termine dell’uditorato.
Una volta superato il tirocinio, si diventa a tutti gli effetti Pubblico Ministero e si può iniziare ad esercitare la professione con onestà e imparzialità, caratteristiche fondamentale di questa figura così importante nel nostro ordinamento giuridico.